giovedì 17 febbraio 2011

TATTOO ARTIST - ANDREA FURCI

Ho conosciuto Andrea Furci a Londra al "Family Business" lo studio dove lavora. Ero lì per un weekend e su consiglio di un amico mi sono presentato in studio, senza appuntamento, ma con una gran voglia di farmi tatuare.
Lui è stato subito disponibile e la giornata è stata grandiosa!!Oggi sono tornato per approfondire meglio gli aspetti della sua vita e del suo lavoro. Ma veniamo a noi.....   





-Ciao Andrea puoi raccontare come è iniziata la tua carriera artistica??

-Ecco la mia storia.Ho sempre avuto una sorta di passione per l'arte, prima di diventare tatuatore ho fatto anche delle esposizioni di tele nella mia zona, ma i miei genitori non erano molto d'accordo che frequentassi un liceo con indirizzo artistico, quindi mi iscrissi allo scentifico, finito il liceo, visto che non avevo molte possibilità di frequentare studi in altre città e magari fare corsi specifici, decisi un pò a casaccio... e la mia scelta andò su scienze della comunicazione. Anche in quegl'anni la passione per disegnare tattoo c'era, fin dai 18 anni disegnavo soggetti per amici che poi andavano a realizzare in studio professionali. Finità l'università ho iniziato a lavorare come barman, e appena messi da parte un pò di soldi ho deciso di tentare e comprare l'attrezzatura. In paese ho avuto subito le prime richieste, le persone si sono
subito fidate di me. All'inizio ho cercato di eseguire piccoli lavori  per evitare di rovinare il meno possibile i miei amici. Solo che, dopo 4-5 mesi mi sono reso conto che avevo bisogno di qualcuno che mi indirizzasse sulla strada giusta, avevo un kit in mano ma non avevo idea di come montare il grip, da che parte mettere l'ago e cose del genere.
Mi recai a Catania dove sapevo, su consiglio di un amico, che si trovava uno studio che secondo me lavorava bene. Entrai 
all' "OLD TOWN TATTTOO" di Matteo Dote, chiedendo se avevano bisogno di un apprendista. Il problema all'inizio fù che lui cercava si un assistente, ma che fosse una persona di fiducia, invece noi non ci conoscevamo affatto, così mi disse "Si, puoi venire qualche volta, poi vediamo come và", rimase un pò sul vago. Sentivo il bisogno di apprendere, quindi dato che la sua risposta anche se indecisa era un sì decisi di affittare un appartamento e trasferirmi là a Catania. Ogni giorno ero in studio. Poco dopo Matteo si ritrovò, quasi senza rendersene conto, a lasciarmi le chiavi del negozio, la nostra collaborazione prese atto, fu una cosa abbastanza automatica. Il 1° anno lavoravo durante il giorno in studio , mentre la sera facevo il cameriere per pagare tutte le spese. Il 2° anno finalmente iniziai a fare i miei primi lavori in studio, 2-3 tattoo a settimana. Matteo girava molto in convention, sapeva bene l'inglese, era stato anche a lavorare in studi di città come Londra e San Diego. Io lo seguivo nei suoi spostamenti ma mentre lui parlava con clienti e artisti di tutte le nazionalità, io ero lì , imbranato, senza un idea di come si mettessero in fila 4 parole d'inglese.
Era arrivato il momento di imparare la lingua e quale miglior soluzione di partire per Londra? Entrambi in accordo, a fine 2009 preparai le valigie e partii per londra con il mio umile portfolio girando per una trentina di tattoo shop presentandomi con le dieci parole che masticavo, ma l'esperienza non andò a buon fine. Dopo aver fatto il biglietto di ritorno, feci il giro turistico, stile visita museale dei tattoo shop per me + importanti di Londra, "Frith St.", "In to You" e "Family Business".
Appena entrato in quest'ultimo sentii subito un atmosfera familiare, un aria confortevole, questo mi aiutò a chiedere senza paure un posto di lavoro, mi presentarono Mo', feci vedere i miei lavori, lui mi disse però che per il momento non aveva bisogno di un
artista. Tornai a casa in Sicilia, ma dopo sei mesi squillò il telefono era Mauro e mi chiamava per lavorare. Da lì è iniziata l'avventura.
All'inizio è stato difficile, la lingua, le difficoltà nel fare amicizia, la differenza di vita tra la città e il paese da dove provengo, non è stato facile adattarsi ma decisi comunque di restare perchè una possibilità così non l'avrei più riavuta.


-Il tuo logo è un pò "Nerd" ma ti rappresenta al meglio. 

- Sì, sono circa 3 anni e mezzo che porti questi baffi abbastanza evidenti ed eccentrici, mentre gli occhiali li porto praticamente da una vita, mi sono trovato a realizzare il logo e credo che questo mi rappresenti al meglio.Anche il "Nerd" ci spuò stare visto che sono sempre un tatuatore laureato ...anche se fà ridere a dirlo!!






-Quali sono i soggetti che preferisci tatuare?

-Mi piace molto lo stile tradizionale americano e cerco di reinterpretarlo al meglio. Su tela dipingevo cose surreali, pop art, questo mi ha sempre portato a rivisitare i soggetti classici dei tattoo. All'inizio mi sono ispirato ad artisti diciamo più stravaganti come Xavi Rodriguez, Deno o Rudy Fritsch , invece che hai classici Sailor Jerry o artisti sul genere, poi lavorando in studio ho conosciuto Nello Rossini che invece mi ha avvicinato di più al tatuaggio classico.I miei soggetti preferiti sono teschi , aquile e tutto quello che richiama la nautica, sarà anche perchè provengo da un paese di mare! Quà a Londra  "Sugar skull" vanno per la maggiore.
Mi piace molto anche lo stile Giapponese, infatti molti dei tattoo che ho sulla mia pelle sono così, credo però che questo sia un genere che richieda un maggiore studio e per questo per adesso disegno e dipingo su carta per poi in futuro provarli su pelle.

-Realizzi più tattoo di piccole o di grandi dimensioni?

-In genere faccio tattoo di piccole-medie dimensioni, che sono le misure classiche del tattoo tradizionale, anche se quà c'è una sorta di moda nel farsi fare delle maniche direttamente dallo stesso artista. Vai a posizionare i vari soggetti e poi unisci tutto con un background, uno sfondo, cosa che nel traditional non avviene perchè  si usa lasciare gap di pelle tra un soggetto e l'altro.



-Torni spesso in Italia?
-Circa ogni due mesi. Ho tutta la mia famiglia là, genitori, tre sorelle con relativi nipoti, in fondo sono sempre siciliano e  molto legato ai valori della famiglia. Così facendo non perdo il contatto con le mie radici e non soffro troppo il grigiume e la
depressione che a volte ti può colpire in una city come Londra.




-Cosa significa lavorare al "FAMILY BUSINESS"?

-Lavorare in uno studio come il Family Business vuol dire essere a stretto contatto con artisti molto validi, da cui puoi apprendere tanto, imparare trick del mestiere, e condividere belle esperienze. E' molto stimolante anche perchè lavorando in molte persone nel solito studio, da quest'anno siamo in 10 nel team e lavoriamo 5-6 contemporaneamente, subisci contaminazioni sia dai tuoi colleghi sia dai clienti che passano in studio. In più hai la possibilità grazie alla fama dello studio e alle conoscenze di Mo', di avere vicino spesso ospiti internazionali, così riesci a creare relazioni sociali che ti permettono di stringere conoscenze e magari future collaborazioni come guess spot.



-Quali progetti hai per il futuro visto che alla tua età lavori già in uno dei migliori studi di Londra ed hai ancora davanti una lunga carriera?

-Inizierò a girare un pò di convention, ho programmato la prima a fine marzo in scozia ad Edimburgo, a fine aprile sarò a Oslo in norvegia, poi sempre a marzo andrò a New York come guess per pochi giorni al "Down ci tattoo", per adesso è tutto. Il mio progetto per il futuro è quello di riuscire a realizzare un bel portfolio da inviare a riviste e siti del settore per riuscire ad avere una clientela più internazionale possibile!







-Ti ringrazio per la tua disponibità. Vuoi salutare qualch'uno in particolare?


-Ringrazio tutto il Family Business in particolare Mo' Coppoletta e sopratutto saluto i ragazzi di Catania, Matteo Dote il maestro, Freddy Ricca, Giuseppe Morello e Tancredi "Tank" Grasso. 

CONTATTI:

INK ON PUMA SUEDE




Officine Del Volo di Via Mecenate, Milano, durante la 16° Tattoo Convention, vari tra migliori tatuatori della scena internazionale si sono dati appuntamento per  celebrare "Puma Suede", sneakers icona del brand Puma.

Video: Oddproduzioni.net